L’episodio 23 “Come un navigante alla deriva” ci accompagna verso l’epilogo di questa terza stagione di Chihayafuru.
Concluso l’arco dedicato alla competizione per il titolo di Queen e di Meijin, si torna a seguire i protagonisti alle prese con la normale vita da studenti, prossimi ad iniziare l’ultimo anno della scuola superiore.
Con una certa sorpresa degli spettatori (almeno di coloro che non hanno già letto il manga) quella che sembrava destinata ad essere una puntata dai toni leggeri, di semplice transizione verso il futuro arco sportivo della serie, ha invece toccato il punto più drammatico ed emozionale dell’intera storia.
L’episodio 23, con Taichi che confessa il proprio amore a Chihaya, sembra segnare una rottura irreversibile degli equilibri interpersonali ed una spinta brutale verso una evoluzione obbligata dei protagonisti.
Nel precedente episodio, avevamo visto Chihaya accorgersi del conflitto interiore vissuto da Taichi e, pur non riuscendo a comprenderne nè il dramma sentimentale nè quello umano, cercare in ogni modo di farlo tornare a sorridere.
Ci aveva già sorpreso molto questa inedita attenzione mostrata da Chihaya (dotata di un cuore d’oro ma abitualmente troppo ingenua e naif) nei confronti dell’amico.
Avevamo visto la ragazza per la prima volta dedita ad osservare e cercare di comprendere Taichi, con un interesse ed una devozione che non si riserva ad un semplice compagno di squadra. Così tanto da far pensare che qualcosa stesse veramente cambiando nei sentimenti della protagonista e che Chihaya stessa, presto, avrebbe dovuto farci i conti.
L’episodio 23 si apre con i toni da commedia che caratterizzano la festa a sorpresa per il 18° compleanno del ragazzo, ovvero la “Taichi Cup” organizzata da Chihaya. Taichi stesso sembra commosso nel notare quanto impegno e quanta cura ella abbia messo nel cercare di farlo felice.
Tenendo fede alla decisione presa nel precedente episodio, Taichi, che non vuole più fuggire dai suoi sentimenti, coglie la prima occasione utile per parlare da solo con Chihaya e confessarle, nella stanza del club di Karuta, inondata da petali di ciliegio in piena fioritura, di amarla.
Il coraggio di rendersi vulnerabile esponendo i propri sentimenti, con la certezza quasi assoluta che la risposta che si desidera non arriverà , rende la sua bellissima dichiarazione più che semplicemente romantica.
Taichi sa che la sua impresa è disperata e sembra aver già accettato le conseguenze del rifiuto nel momento in cui decide di dare finalmente voce al proprio amore.
“Ho sempre saputo, nel mio profondo, che potrei votare la mia intera giovinezza al karuta senza mai riuscire a diventare migliore di Arata” confessò Taichi ad Harada sensei prima di fondare con Chihaya il club di Karuta del liceo Mizusawa.
“Questo potrai dirlo solo dopo averci provato davvero” gli aveva risposto il maestro, lo stesso uomo che ha da poco dimostrato con i fatti di essere ancora in grado di mettere tutto se stesso nel proprio sogno di diventare Meijin.
Harada sensei ha perso lo scontro contro Suo ma ha combattuto senza farsi intimorire e senza risparmiarsi e ne è uscito da vero eroe.
Allo stesso modo Taichi non vuole rimpianti e per lui sembra arrivato il momento di decidere dove indirizzare il suo futuro e il suo talento.
“Ho già dedicato la mia giovinezza (a Chihaya e al Karuta) è per questo che ho paura. E se alla fine restassi con niente in mano? Se rimanessi con nient’altro che rimpianti?”
“Non voglio mai, mai essere un codardo”
All’inattesa dichiarazione, Chihaya risponde qualcosa che non possiamo sentire. Un rifiuto già previsto e atteso da Taichi che, con la sua solita compostezza lascia la stanza mentre tutti gli spettatori non possono che sentire dentro il peso che grava sul cuore del ragazzo. Taichi sa di dover voltare pagina e che il suo futuro deve ora dirigersi lontano da Chihaya, da Arata, dal club e dal Karuta.
Nonostante lo sbocciare prepotente della primavera, fuori dalla finestra, c’è una sensazione di disperazione cupa, proprio come “tutte buie” stanno diventando, per Taichi, le 100 dolci poesie impresse sulle carte.
I mille talenti di Taichi potranno ora essere efficacemente impiegati in qualcosa di più “importante”, come sua madre ha sempre desiderato per lui. Ma questa sicurezza non rende meno penoso nè per lui, nè per gli spettatori nè per Chihaya, la separazione.
Dopo che Taichi comunica il proprio ritiro dal club di Karuta, la ragazza, in lacrime, lo insegue per chiedergli di ripensarci.
Ma, quando lui, istintivamente, la stringe a sè per baciarla, lei resta inerte e rigida e Taichi capisce che Chihaya, pur essendo genuinamente disperata all’idea di perderlo, non è innamorata di lui.
Non può restare accanto a Chihaya senza che i suoi sentimenti siano ricambiati. E senza Chihaya, il Karuta ha perso ogni significato per il ragazzo.
Sembra proprio che tutto cambierà adesso per la protagonista. Sappiamo che Arata è prossimo a trasferirsi per raggiungere Chihaya e anche lui le ha già confessato i propri sentimenti, sebbene la ragazza non abbia ancora dato alcuna risposta.
La dichiarazione di Arata “Se vuoi, continuiamo a giocare insieme a Karuta” suona, per lui e per Chiahaya, come: “Se vuoi, viviamo le nostre vite insieme”.
Se è vero che il protagonista assoluto di questo anime è il gioco del Karuta, mi chiedo però quanto sia nelle intenzioni dell’autrice dimostrare che il personaggio di Chihaya inizi e finisca con questo sport. Arata e Chihaya sono senz’altro accomunati dalla passione bruciante per il Karuta, ma, come è stato spesso fatto notare, Arata è stato lontano per anni dalla vita della ragazza e continua a non convincermi del tutto che il solo fatto di essere due appassionati fuoriclasse, li renda perfetti per essere una coppia nella vita.
Non voglio ridurre il discorso al solito dibattito Taichi vs. Arata, perchè è evidente che in Chihayafuru c’è molto di più di un triangolo amoroso; tuttavia, come la maggior parte degli appassionati di questo anime mi interrogo su quali siano le intenzioni dell’autrice. Mai come in questa storia trovo sia difficile fare previsioni sull’epilogo (Chi conquisterà il titolo di Meijin? E a chi darà il suo cuore Chihaya?)
Semplificando al massimo, le possibilità all’orizzonte sembrano essere le seguenti:
Ipotesi A) Arata vincerà il titolo sconfiggendo Suo e realizzando il desiderio del proprio nonno. Sempre Arata avrà Chihaya al suo fianco mentre Taichi avrà la sua vita di successo e di certo non avrà problemi a trovare una ragazza che lo ami davvero (Sumire o chiunque altra).
Ipotesi B) Arata diventerà Meijin. Taichi non riuscirà a battere il suo rivale ma Chihaya capirà che amore e Karuta sono due cose diverse e diventerà la ragazza di Taichi.
Ipotesi C) Taichi sconfiggerà i propri demoni interiori e tornerà ad amare il Karuta riuscendo alla fine a vincere il titolo di campione del Giappone. Arata dovrà accettare la sconfitta ma potrà ben consolarsi con l’amore di Chihaya che gli farà apprezzare tutto il bello della vita, anche al di fuori del Karuta.
Ipotesi D) Indipendentemente da chi diventerà Master, Chihaya si prenderà il suo tempo per trovare la propria strada nella vita e non accetterà l’amore di nessuno dei suoi due migliori amici.
Ogni fan sembra avere la sua preferenza ma credo che ciascuna di queste ipotesi sia ugualmente plausibile.
Dal canto mio, ultimamente non mi dispiacerebbe vedere realizzata la C) : Taichi master e Arata con Chihaya. Questo finale sembrerebbe completare coerentemente la crescita interiore di entrambi i personaggi maschili: Taichi che trova la forza di superare i propri limiti anche laddove sembrava non avere speranze e Arata che apre il proprio cuore anche al mondo esterno.
Tuttavia, l’unica, tra queste 4 ipotesi, che prevederebbe finalmente anche un’evoluzione personale di Chihaya (la vera protagonista) è la B).
Se devo immaginare che per Chihaya il Karuta smetta di essere “un fine” e diventi “un mezzo” (non l’unico mezzo) per raggiungere la felicità, tendo allora a pensare che Chihaya comprenda l’importanza della presenza di Taichi al suo fianco. Che sia un dio del Karuta o meno.
Arata ha a suo favore l’essere stato l’artefice della passione di Chiahya per il Karuta (ovvero la scintilla che ha dato via all’intera storia raccontata nell’anime) e di essere, sulla carta, proprio il tipo di ragazzo riservato, profondo e poco appariscente che negli anime giapponesi ha spesso la meglio sui rivali più blasonati.
Taichi, per contro, per ammissione della stessa Yuki Suetsugu, nasce come personaggio comprimario che ha poi “preso la mano” all’autrice, crescendo nella storia quasi di sua propria volontà. Inizia, infatti, come il vincente ricco e viziato che è abituato a primeggiare. Tuttavia è innegabile che finora è stato molto più protagonista (contando la sua presenza nella storia a fianco di Chihaya e considerando la sua evoluzione personale che ha praticamente rovesciato lo stereotipo nel quale sembrava imprigionato) rispetto all’eroe designato, Arata.
Le fan hanno apprezzato l’impacciata dolcezza della dichiarazione di Arata a Chihaya, eppure, mi chiedo: come si può negare la potenza narrativa e emotiva della successiva dichiarazione di Taichi? Perchè le pene d’amore di un semplice comprimario finiscono col segnare il climax emotivo dell’intera storia?
L’autrice vuole molto bene a Taichi, non ci sono dubbi su questo. Basti pensare a quante volte abbiamo ascoltato i suoi pensieri interiori e che conosciamo molto meglio i sentimenti e i dubbi di Taichi rispetto a quelli di Arata o perfino di Chihaya.
La Suetsugu avrà davvero il coraggio di non concedere a questo personaggio, su cui si è spesa così tanto, la storia d’amore con la sua protagonista?
Se vi va, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate. Vi chiedo solo di evitare gli spoiler per chi, come me, non ha letto il manga e segue solo l’anime.
Grazie dell’attenzione, alla prossima!
Mi è piaciuta molto la tua recensione. Io ho appena finito di guardare la terza stagione per la seconda volta perché in un certo senso non volevo abbandonare le sensazioni e riflessioni che mi stava suscitando e adesso sono davvero tentata di ripiegare sul manga per l’impazienza! La messa a fuoco sull’evoluzione interiore dei personaggi varia a seconda delle personalità, ma per me è strano che la riuscita nel gioco sembri dover corrispondere ad un dolore nella vita personale. Suo si sente vuoto e gravato da un handicap incombente che gli cambierà la vita, Shinobu è sola, non si sente amata né sostenuta da affetto disinteressato. Persino Arata in fondo cerca di ristabilire una gioia e un’armonia provata da bambino e persa quando si è separato da Chihaya e Taichi. È per questo che “ama” Chihaya, per ciò che lei gli ricorda, che rappresenta, non per la persona intera che è diventata e che lui in fondo non conosce. Per Chihaya è più o meno la stessa cosa, Arata la emoziona ma non sa di lui altro che non sia la passione che hanno in comune, la emoziona perche sono distanti. Quando guarda il piccione dalla finestra, è il pensiero del match a prevalere. Se non si chiede cosa prova per Taichi fino a che non ne è “costretta”, è perché Taichi è sempre accanto a lei, è il suo pilastro, si conoscono e comunicano in modo diretto, si sono familiari: lui fa parte di lei ma lei non se ne rende conto in modo consapevole. Però non sono mancati accenni di emozioni non fraterne. Come hai detto tu, che lei si rendesse conto della separazione gioco/amore rappresenterebbe la sua crescita personale. Taichi ha tutti i potenziali possibili e questo sembra dovergli precludere la fortuna, sia nel gioco che in amore, e davvero non capisco perché. Sembra una cosa comune a molti anime: se non sei strano o asociale non avrai exploit… boh. Taichi è razionale ma sensibile, attento agli altri che supporta sempre, fa del suo meglio in tutto. Ama Chihaya davvero, conoscendola davvero e accettandola. La sua di dichiarazione è delicata! È il personaggio più sfaccettato e completo. Non so come proseguirà la storia, ma a me piacerebbe che Chihaya capisse di voler stare con Taichi. Che Taichi vincesse pure il titolo di maestro, come “eredità” di Suo. Che Suo si liberasse del suo peso attraverso Taichi. Che Arata capisse che Chihaya rappresenta solo un indizio di una vita più piena che può realizzare, poi il titolo di Meijin verrà pure, dopo. Che Shinobu sbocciasse. Poi chissà: e se Kana e Sudo di innamorassero? Insomma, mi piacerebbe che andassero tutti verso qualcosa di positivo, senza rimpianti. Che non ci fossero rinunce dolorose perché già il percorso è tosto. Riuscirà l’autrice a sfuggire all’inclinazione all’amarezza? Personalmente, ho paura di sbirciare il manga… visto che l’anime è ancora da decidere, spero che prenderà comunque questa strada.
Grazie per il tuo commento e per l’analisi intelligente e sensibile che fai. Io ho ricevuto dall’anime le tue stesse emozioni e pertanto l’epilogo migliore mi sembrerebbe NATURALMENTE quello che anche tu descrivi.
Mi lascia molto perplesso (ma ne devo prendere atto) come la maggioranza degli appassionati di Chihayafuru la pensino diversamente su Arata e Taichi. Se leggi i commenti alla versione inglese di questo posto, potrai vedere come le posizioni e le teorie siano tutte (rispettabilmente) sbilanciate a favore di Arata.
Forse a noi manca proprio la lettura del manga per avere un quadro più completo, ma per adesso io non intendo leggerlo, preferisco prima aspettare la fine dell’anime.
La cosa che più mi ha colpito è la reazione di molti spettatori rispetto alla dichiarazione di Arata. Mettendo a confronto le due dichiarazioni (di Arata e Taichi) a me sembra impossibile che tanti pensino che la dichiarazione di Arata sia “romantica” nelle intenzioni dell’autrice. E’ sicuramente tenera e amabilmente impacciata ma è un evento un po’ povero di pathos, secondo me.
Tutto al contrario di quella di Taichi che porta quasi alle lacrime lo spettatore.
Se conosci “Re:Zero”, la dichiarazione di Rem a Subaru è quasi altrettanto potente e commovente ma Rem non è sicuramente colei che alla fine vincerà il cuore di Subaru -credo che a tutti gli spettatori sia chiaro ciò- nonostante abbia il favore della maggioranza del pubblico.
Eppure la differenza con “Re:Zero” è che lì quella che è senza dubbio la protagonista femminile (Emilia) ancora non ha avuto la “sua scena”, rivelatrice dei suoi sentimenti per il protagonista maschile.
In Chihayafuru, invece, Arata si è dichiarato per primo e lo ha fatto in una maniera che più semplice e meno epica non si poteva.
Questo mi rende quasi inconcepibile che l’autrice intenda farne l’oggetto dell’amore della protagonista.
Eppure la maggioranza ha ricevuto un’impressione molto diversa dalle due dichiarazioni.
Non credo di aver mai incontrato un triangolo amoroso tanto incerto nel suo esito finale come questo (l’autrice ha fatto un lavoro eccellente nel confondere le acque).
Guarda… comincio col dirti che sto cercando una buona/bella edizione delle 100 poesie!!! Gusti personali a parte, credo che l’anime si sviluppi anche molto attraverso le carte che entrano in gioco di volta in volta in modo inerente ai pensieri e sentimenti del momento dei personaggi. Forse ad ignorarle, si perde il filo (delle intenzioni dell’autrice?) più facilmente, anche se non so se l’autrice sappia già come far sviluppare la storia. Ti dico anche che ho guardato diverse puntate in inglese, francese e italiano e la traduzione italiana mi è sembrata più fluida, a volte invece quella inglese sembrava un pò senza senso… Le sfumature del linguaggio sono importanti e il giapponese ne ha molte. Mi sono resa conto che in Chihayafuru devi notare i dettagli, cogliere i sottintesi. Ed è questo che lo rende un bell’anime, curato, non superficiale. Inoltre ho realizzato che ci sono diverse dicotomie che si affrontano e che l’intento è quello di metterle in equilibrio: la giovinezza e la maturità (gli scontri per i titoli di maestro e regina), l’attesa del futuro e il vivere il momento presente (Taichi che si trova nel mezzo con la mamma che lo sprona a concentrarsi sulla prima e Harada sul secondo), l’analisi e l’istintività (che si fronteggiano durante le partite), il mantenimento di qualcosa e l’evoluzione di qualcosa: e in quest’ultima ci vedo Arata e Taichi e la scelta di Chihaya. Arata non si stacca dalla linea su cui sta. Infatti dice a Chihaya: Giochiamo a Karuta per intendere Viviamo insieme. Una prospettiva monodirezionale, per quanto sicuramente molto sentita, visto che il karuta fa parte integrante della sua vita, che resta ancorata a ciò che c’è sempre stato. Forse chi propende per lui ama le certezze, la stabilità, le cose che non cambiano, che non sono dirompenti. A me sembra troppo semplicistico come epilogo, come se il mondo girasse senza effetto. Invece effetti ne ha eccome, evoluzioni, apertura su altre possibilità e Taichi li rappresenta. Chihaya ha già scelto l’apertura, andando in gita piuttosto che al torneo per esempio, o godendosi il Natale con gli amici il primo anno. Più lentamente forse di altri, ma sta crescendo e Taichi cresce insieme a lei. Si è accorta di come sia diventato “gentile, forte, ecc..” E stranamente, stavolta non riesce a buttarsi sul karuta per non pensare ai suoi dispiaceri, sta lì in biblioteca… ma quando mai??!!??! Anche il professore col quale ammette di essere stata una roccia (su cui si sono infranti i sentimenti di Taichi), quindi immobile, statica e imperturbabile, le dice che anche lei è in procinto di infrangersi, quindi di aprirsi, di evolversi (e questo sotto l’onda di Taichi!!). I personaggi positivi dell’anime si interrogano su cosa vogliono diventare ed è lì che inizia il loro percorso. Anche Taichi c’è sempre stato ma che percorso ha fatto! In effetti quello di Arata è appena iniziato, si è appena investito col club, non possiamo sapere dove arriverà. Inoltre le 100 poesie parlano di amore in evoluzione, se Arata e Chihaya finissero insieme sarebbe stato uguale non mettercele, mi sembra che crollerebbe tutta l’architettura dell’anime. Magari sono solo io che mi rifuterei di accettarlo, ahahah!!! In effetti non ho letto tanti altri commenti, nè visto Re:Zero, lo prendo come un suggerimento! E piuttosto che puntare il manga per gli sviluppi, forse per completezza potrei puntarlo per arricchire la prima parte… esisterà in italiano? Io vivo all’estero per di più…
Cmq, per essere corretti nei confronti di Arata, bisogna riconoscere che ognuno ha la sua personalità e nel quadro di quella personalità ognuno ha dato il suo massimo. Per uno silenzioso, riflessivo, solitario come lui, fare quella dichiarazione è tanta roba. Così come per un caloroso e cauto Taichi, la sua dichiarazione è tanta roba. Entrambi si sono esposti mostrando il loro lato tenero e coraggioso, l’autrice è stata brava a mettere la stessa forza in due modalità così diverse. Aaaaawwwww due anni sono lunghi!!!
Aspetta, non so se ti sto consigliando Re:Zero XD è un anime molto popolare (tratto da una light novel) ma è un genere completamente diverso ed ha dei passaggi fantastici così come pure tanti altri passi falsi, a mio avviso.
Non ho capito cosa cerchi in lingua italiana, le 100 poesie o il manga di Chiahayafuru?
Il secondo credo proprio di no, il primo, temo… neppure. Se trovi una buona versione delle 100 poesie, in italiano o in inglese, faccelo sapere!!
Grazie ancora per i tuoi commenti, sono sempre i benvenuti
Ahahahahhh!!! Leggo le risposte sempre troppo tardi! :-p
Vorrei trovare le poesie, magari originale e traduzione accanto, appena ci riesco te lo faccio sapere! 😀
Bellissima recensione e ottime ipotesi: la mia preferita è la B, nell’ottica di una storia che inquadri il Karuta (e, per esteso, qualsiasi passione ludica o sportiva) come un percorso importante ma non esaustivo della crescita dei protagonisti: temo però che l’autrice abbia un’idea diversa, magari, chissà, al di là di ogni possibile previsione.