In Agosto, magari prima di un tuffo, ci si può concedere un brivido divertente al cinema, cercando un film volutamente trash.
L’Estate 2018 ci regala “Shark – Il primo Squalo” – già qui scorre il primo brivido, in senso negativo, alla traduzione babbano-italica dell’originale “The Meg” – film dalle pretese minime e dall’impacchetamento tamarro che il protagonista, Jason Statham, per forza di cose porta a pensare.
Bisogna essere sinceri, anche a cervello spento e con le minime pretese, il film non riesce a divertire come ci si aspetta.
Le botte da orbi tra uomo e bestia sono sotto controllo – anche troppo – come anche il sangue e i caratteri dei personaggi, appena abbozzati. Non che ci si aspettasse un risvolto psicologico accurato, ci mancherebbe, ma un minimo di impegno maggiore non avrebbe guastato.
Possiamo salvare una sequenza, che diverte abbastanza – niente spoiler -, ma in circa 113 minuti di pellicola forse è un po’ pochino.
Gli effetti digitali sono molto al di sotto degli standard a cui ormai siamo abituati e, quindi, se un film di questa portata non soddisfa nemmeno sotto l’aspetto tecnico, cosa stiamo guardando?
Una frase del genere: “rimango a casa a vedermi un film dell’Asylum, è meglio. Han trovate molto più bizzarre e demenziali di questo pompato megalodonte” è lecita.
Quindi, gli squali al cinema, da diverse stagioni, sono tornati (l’anno scorso avevamo “47 metri” e “Open Water 3”) ma non riescono a mordere e nemmeno a fare il solletico.
Di certo non lasceranno neppure un segno nella storia del Cinema, ma questo, dopo quel miracoloso 1975 in cui Spielberg ci terrorizzò (e continua a farlo) con il suo Bruce (soprannome dato ad uno dei 3 robottoni utilizzati per quel capolavoro) è abbastanza difficile.
Visto che ogni confronto con la pellicola di Spielberg è inutile (anche se le citazioni, come consuetudine per ogni shark movie, si sprecano), per inquadrare questo Squalo possiamo guardare indietro di quasi 20 anni, quando sempre la Warner Bros Entertainment ci dava “Blu Profondo”, il cui risultato, a voler essere generosi, riusciva a divertire e gli effetti speciali (eccetto qualche scena) davano l’impressione di essere più sofisticati di quest’ultimo, oggi ancora in sala.
Buona estate, o buona fine estate.
In bocca allo squalo (se si scegliesse il film giusto)!